Una volta un suo amico le aveva raccontato la storia di un uomo che aveva accumulato talmente tanti libri e giornali e fogli in casa sua da aver creato dei muri di carta in mezzo alle stanze. Pigne di volumi che creavano cunicoli tra la poltrona e la televisione, strati e strati di articoli conservati che si addossavano alle pareti serpeggiando in torri irregolari su su fino al soffitto...
E. aveva pensato e ripensato all'uomo della carta un sacco di volte, le piaceva immaginarselo mentre camminava tra i pinnacoli di cellulosa in pigiama, in vestaglia forse, silenzioso, ormai vecchio. Ricostruiva mentalmente ogni singola stanza, si chiedeva se l'uomo avesse avuto pigne di carta anche in cucina, tra il lavello e il frigor per esempio.
La ragazza fantasticava che forse l'uomo, un giorno, aveva anche deciso di sostituire alcuni arredi con semplici libri accatastati, s'immaginava un letto di giornali e sgabelli di enciclopedie e un odore fortissimo di carta stampata misto a quello libri vecchi un po' inumiditi.
Era chiaro che a un certo punto l'uomo della carta non doveva più aver avuto un reale interesse per quello che conservava perché probabilmente ritrovare qualunque cosa sarebbe stato comunque impossibile.
O forse l'uomo catalogava tutto? Sapeva dove si trovava ogni singolo pezzo di carta, ogni singolo articolo.
Salotto: Autori stranieri dalla A alla M; ingresso: dalla M alla Z.
Bagno: Corriere della Sera dal 1968 al 1988 e Romanzi Gialli.
Corridoio: Ricordi di famiglia, lettere della donna amata e ricevute di pagamento.
E. rimuginava su quale avrebbe potuto essere una sistemazione razionale ma tutte le volte si convinceva che in quella casa la carta aveva preso il sopravvento sulla razionalità.
Si era chiesta un milione di volte come era iniziata la raccolta: era stata una cosa involontaria? L'uomo aveva perso l'interesse a mettere in ordine tra i suoi affari e i suoi affari avevano preso il sopravvento su di lui? E poi chissà se l'uomo aveva letto veramente tutto quello che aveva conservato o s'eppure a un certo punto l'unica cosa importante era diventata semplicemente conservare, raccogliere, custodire la carta qualunque cosa avesse scritto sopra, qualunque cosa avesse da dire.
Il suo amico aveva concluso la storia dicendo ad E. che l'uomo era un pazzo, che era stato portato in una casa di cura dove era morto poco dopo ma E. non credeva affatto alla pazzia del vecchio, c'è sempre un motivo per cui uno conserva un pezzo di carta, un motivo per cui compra un libro, un motivo per cui uno non vuole decidersi a buttare qualcosa.
Il vecchio non era pazzo.
io ho tutta una serie di considerazioni in merito.
RispondiEliminafrutto di anni e anni di esperienza, eh, ovvio.
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