Stava tranquillamente bevendo un bicchiere d'acqua. Era un po' contrariata in verità perché in casa era rimasta semplicemente dell'acqua naturale, ed era anche fuori dal firgor e faceva caldo, comunque stava bevendo quando suonarono il campanello.
Non era il campanello del portone del palazzo era proprio il campanello della sua porta.
Non aspettava nessuno e poi di solito nessuno suonava al campanello della porta direttamente, almeno nessuno dei suoi amici che puntualmente si dimenticavano sempre il numero del citofono e quindi la chiamavano per sapere cosa dovevano suonare.
Quando suonò il campanello, quindi, lei incominciò ad avere una leggera sensazione di inquietudine.
Si avvicinò alla porta e guardò dallo spioncino.
Faccia mai vista.
Riguardò e insieme chiese con voce forte: "Chi è?"
l'uomo dall'altra parte della porta rispose: "Sono il signor Arturo".
Aprì la porta e in quell'istante, fu un secondo, pensò che sarebbe stato bello diventare amica del signor Arturo, sapere qual è il suo gusto di gelato preferito, se ha paura di qualcosa, perché si chiama Arturo, se gli piace quella poesia là oppure no.
Ma, l'altra porta del pianerottolo si aprì e il signor Arturo capì di aver sbagliato a suonare il campanello, si voltò un po' imbarazzato dicendo: "Mi scusi, ho sbagliato".
Lei richiuse la porta e le dispiacque immensamente quando si rese conto che non avrebbe più rivisto il signor Arturo.
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