sabato 6 aprile 2013

neon e foccacce

Per esempio, il focacciaro di corso 22 Marzo con il suo negozio che ha un'insegna al neon rosa: "focacceria" dico, lui è felice?  
Insomma, lui sta lì nel suo negozio e chissà come sta. 
Forse durante il giorno non se lo chiede se è felice o no, fa le focacce, dà i resti, mette le cose nei sacchetti di plastica, non so un pezzo di focaccia farcita e una bibita.
La sera, però, quando per esempio come oggi, il suo negozio è vuoto e può tenere la porta aperta perché non fa freddo e così sente un po' i rumori della strada ma in fondo c'è silenzio, magari se lo chiede se è felice. 
Dopo un giorno intero di: "Salve", "Buongiorno", "Buon pomeriggio", "Ecco a lei", "La servo subito", "Si figuri", "Buonasera", "Sì gliela preparo", "No, mi spiace, l'abbiamo finita..." c'è, forse, un secondo in cui si chiede se è felice?
Lui e il vecchio col cappello che leggeva sull'autobus, le due ragazze che ballavano alla fermata, la coppia che sfrecciava in motorino, i quattro amici che ridacchiavano fermi al semaforo perché uno era vestito tutto di bianco, la coppia che stava seduta fumando sul muretto del parco, i bambini che venivano sgridati dal loro papà mentre scendevano dalla macchina, tutta questa gente è felice? almeno un po'? E si chiede mai se è contenta? E come farà a essere contenta? ci sarà un momento in cui si sente se stessa, a casa, abbracciata, amata, oppure tutti non fanno altro che vendere focacce tutto il giorno, salutare affannosamente e servire un cliente dopo l'altro?. 

mercoledì 3 aprile 2013

trammart

Se uno è fortunato a volte, a Milano, gli capitano dei tram meravigliosi.
Oggi ho preso il tram due volte: Fortunata.  
All'andata c'era una signora: occhiali Prada, borsa Prada, scarpe Prada... che poi magari era tutto finto, ma faceva la sua scena... 
La signora Prada aveva poi una figlia, credo che fosse una di quei figli che compri dalle riviste... sì, quelli che ti mandano il catalogo a casa. Sul catalogo ci sono un po' di figli e tu lo scegli. La signora aveva scelto questa figlia con un cappottino grigio e una sciarpa rosa. Ovviamente la sciarpa rosa della figlia catalogo era perfettamente annodata e la bambina sedeva composta sul suo sedile e parlava con mamma Prada e leccava un gelato. 
Era anche lui un gelato catalogo perché non gocciolava, o forse era un gelato di Prada... non so... poi sono scesa. 
Al ritorno, dopo cinque minuti di sana polemica interstellare con le cinque o sei modelle che sono salite insieme a me con i loro sei metri di gambe e sei chili di peso (vabbè) e dopo aver pensato "carino quel tizio" di un indaffarato giovane in carriera, è successo l'impensabile.
Una signora, qualche sedile avanti a me, ha risposto al telefono e... la sua voce era Isma nelle Follie dell'Imperatore. 
Era Isma che parlava con qualcuno di una compagnia telefonica dicendo che lei non voleva la wireless e che non era interessata a nuove promozioni. Epico.  

Fermata Santa Maria del Suffragio
Si alza l'amica di Isma, Isma è ancora al telefono perciò le fa solo un piccolo accenno con la mano.
L'amica di Isma ha almeno 120.000 anni... almeno. 

Se me ne fossi accorta prima avrei potuto chiederle un sacco di cose tipo: "Scusi, ma quella storia del big bang alla fine, com'è andata davvero?" oppure "lei che c'era perché non ha fatto niente per la vicenda della mela? Se avesse portato Eva a fare un po' di shopping tra amiche... dico, ora sarebbe tutto più semplice..."