Amo con insistenza del mare:
Le borse frigo sotto gli ombrelloni.
L'odore di salsedine che ha praticamente qualunque cosa.
Le famiglie in maglietta bianca un po' accaldate che si ciondolando camminando per strada per raggiungere il mare.
Le signore sulla cinquantina un po' abbronzate e con la pelle raggrinzita che leggono la Stampa facendo espressioni di disappunto.
I motorini nel traffico.
La gente che gira in costume per strada.
E poi questo:
mercoledì 1 agosto 2012
domenica 29 luglio 2012
cose di casa 2
Poi mia mamma ha la mania di collezionare cose... gli "usghei" sarebbe il termine tecnico... è sono meravigliose, inutili e bellissime.
venerdì 27 luglio 2012
Non fate sbrodeghezzi!
Dunque... in questi giorni mi sono imbattuta in Lessico Familiare di Natalia Ginzburg il che probabilmente suonerà, a chi si intende di letteratura, come: "In questi giorni mi sono imbattuta in Penny Lane dei Beatles" a chi si intende di musica.
Detto questo, è un libro meraviglioso.
Praticamente Natalia G. racconta la storia della sua famiglia attraverso degli aneddoti sul linguaggio e sulle espressioni che usavano in casa sua...
La cosa formidabile è che in verità in ogni famiglia ce ne sono. Per esempio, mia mamma quando le dicevi: "vorrei fare questo o quest'altro" commentava sempre: "Ma come, a quest'ora?" il che ovviamente non aveva nulla a che vedere con la reale opportunità di fare una certa attività a un certo orario ma era il suo modo per manifestare dissenso.
Oppure, mio padre, che quando non trovava una camicia diceva sempre: "La donna mi ha rubato una camicia", "la donna" era la signora delle pulizie e dello stiraggio che a fare i conti a quest'ora potrebbe avere aperto una camiceria.
Insomma cose così e quando leggi questo libro ti tornano in mente tutte e un po' ridi e un po' ti vien nostalgia.
Quindi io lo leggerei questo libro. Davvero.
Se volete un assaggio o anche tutto il libro ecco qui.
martedì 24 luglio 2012
il signor Arturo
Stava tranquillamente bevendo un bicchiere d'acqua. Era un po' contrariata in verità perché in casa era rimasta semplicemente dell'acqua naturale, ed era anche fuori dal firgor e faceva caldo, comunque stava bevendo quando suonarono il campanello.
Non era il campanello del portone del palazzo era proprio il campanello della sua porta.
Non aspettava nessuno e poi di solito nessuno suonava al campanello della porta direttamente, almeno nessuno dei suoi amici che puntualmente si dimenticavano sempre il numero del citofono e quindi la chiamavano per sapere cosa dovevano suonare.
Quando suonò il campanello, quindi, lei incominciò ad avere una leggera sensazione di inquietudine.
Si avvicinò alla porta e guardò dallo spioncino.
Faccia mai vista.
Riguardò e insieme chiese con voce forte: "Chi è?"
l'uomo dall'altra parte della porta rispose: "Sono il signor Arturo".
Aprì la porta e in quell'istante, fu un secondo, pensò che sarebbe stato bello diventare amica del signor Arturo, sapere qual è il suo gusto di gelato preferito, se ha paura di qualcosa, perché si chiama Arturo, se gli piace quella poesia là oppure no.
Ma, l'altra porta del pianerottolo si aprì e il signor Arturo capì di aver sbagliato a suonare il campanello, si voltò un po' imbarazzato dicendo: "Mi scusi, ho sbagliato".
Lei richiuse la porta e le dispiacque immensamente quando si rese conto che non avrebbe più rivisto il signor Arturo.
venerdì 13 luglio 2012
più chiaro di così
mercoledì 11 luglio 2012
disordine e conservazione
Una volta un suo amico le aveva raccontato la storia di un uomo che aveva accumulato talmente tanti libri e giornali e fogli in casa sua da aver creato dei muri di carta in mezzo alle stanze. Pigne di volumi che creavano cunicoli tra la poltrona e la televisione, strati e strati di articoli conservati che si addossavano alle pareti serpeggiando in torri irregolari su su fino al soffitto...
E. aveva pensato e ripensato all'uomo della carta un sacco di volte, le piaceva immaginarselo mentre camminava tra i pinnacoli di cellulosa in pigiama, in vestaglia forse, silenzioso, ormai vecchio. Ricostruiva mentalmente ogni singola stanza, si chiedeva se l'uomo avesse avuto pigne di carta anche in cucina, tra il lavello e il frigor per esempio.
La ragazza fantasticava che forse l'uomo, un giorno, aveva anche deciso di sostituire alcuni arredi con semplici libri accatastati, s'immaginava un letto di giornali e sgabelli di enciclopedie e un odore fortissimo di carta stampata misto a quello libri vecchi un po' inumiditi.
Era chiaro che a un certo punto l'uomo della carta non doveva più aver avuto un reale interesse per quello che conservava perché probabilmente ritrovare qualunque cosa sarebbe stato comunque impossibile.
O forse l'uomo catalogava tutto? Sapeva dove si trovava ogni singolo pezzo di carta, ogni singolo articolo.
Salotto: Autori stranieri dalla A alla M; ingresso: dalla M alla Z.
Bagno: Corriere della Sera dal 1968 al 1988 e Romanzi Gialli.
Corridoio: Ricordi di famiglia, lettere della donna amata e ricevute di pagamento.
E. rimuginava su quale avrebbe potuto essere una sistemazione razionale ma tutte le volte si convinceva che in quella casa la carta aveva preso il sopravvento sulla razionalità.
Si era chiesta un milione di volte come era iniziata la raccolta: era stata una cosa involontaria? L'uomo aveva perso l'interesse a mettere in ordine tra i suoi affari e i suoi affari avevano preso il sopravvento su di lui? E poi chissà se l'uomo aveva letto veramente tutto quello che aveva conservato o s'eppure a un certo punto l'unica cosa importante era diventata semplicemente conservare, raccogliere, custodire la carta qualunque cosa avesse scritto sopra, qualunque cosa avesse da dire.
Il suo amico aveva concluso la storia dicendo ad E. che l'uomo era un pazzo, che era stato portato in una casa di cura dove era morto poco dopo ma E. non credeva affatto alla pazzia del vecchio, c'è sempre un motivo per cui uno conserva un pezzo di carta, un motivo per cui compra un libro, un motivo per cui uno non vuole decidersi a buttare qualcosa.
Il vecchio non era pazzo.
Iscriviti a:
Post (Atom)