"Il mio atto di accusa era la risposta. Aver sentito me stessa che lo lanciavo fu lo stesso che ricevere una risposta. Si parla sempre con troppa leggerezza del dire ciò che si pensa. Spesso, quando mi stava insegnando a scrivere in greco, Volpe mi diceva: "Bambina mia, dire proprio ciò che realmente si intende dire, in maniera completa, niente di più, niente di meno né di diverso da ciò che volevamo realmente dire: questa è la vera arte e la gioia delle parole". Facile a dirsi. Quando viene il momento nel quale si è costretti a pronunciare alla fine quel discorso che è rimasto al centro della propria anima per anni, e che, per tutto quel tempo, abbiamo continuato a ripetere come idioti, non parleremo più della gioia delle parole. Capii perchè gli dèi non ci parlano apertamente, nè ci lasciano rispondere. Finchè non ci verrà estorta quella parola, perchè dovrebbero stare ad ascoltare le chiacchere con le quali crediamo di esprimere il nostro pensiero? Come possono incontrarsi con noi faccia a faccia finchè non avremo un volto? "
[A viso scoperto C.S.Lewis]
Nessun commento:
Posta un commento