giovedì 29 marzo 2012

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Entrò in casa buttando la borsa sul divano e ci si sdraiò accanto stremata:
"Non capisce niente", cercò uno sguardo di approvazione tra i presenti ma il programma alla tv era troppo interessante e nessuno si mosse.
"Ho detto: Non capisce niente, chiaro? niente, un tubo!", qualcuno si voltò ma nessuno osò chiederle.
Tutti sapevano a chi si stava riferendo, chi "non capiva niente" era lui, era sempre lui.
Ormai questa storia andava avanti da mesi, aveva iniziato a interessarsi a lui quasi per scherzo, perché era diverso da tutto il resto e perché in fondo nel suo comportamento c'era qualcosa che non riusciva a decifrare. Era stata presa dal suo solito zelo per le missioni alternative e aveva deciso che gli avrebbe insegnato l'Italiano, e così due sere a settimana si vedevano e lei cercava di insegnargli qualcosa. Il bello è che lui non era interessato alle lezioni di italiano, non sembrava nemmeno che fosse interessato a lei ma comunque non aveva mai mancato una lezione.
Lei aveva adottato almeno un milione e mezzo di strategie, si era ricordata di tutti i modi con cui aveva imparato a parlare e insomma si era messa in testa che, se lei aveva imparato così, anche lui avrebbe dovuto farlo, ma niente, lui non imparava.
La guardava con i suoi grandi occhi sorridenti ma di italiano nemmeno una parola, nulla, stava in silenzio e non diceva niente a parte qualche parola in Lituano, lingua di cui lei non capiva un accidente il che rendeva le cose estremamente complicate.
Si generavano tra loro incredibili malintesi. Quando lei diceva una cosa lui sembrava capirne un'altra e quando lui faceva affermazioni in Lituano lei ovviamente le interpretava nel peggiore dei modi...
Ad ogni loro incontro lui sembrava sempre più infastidito e lei temeva e sapeva che un giorno sarebbe andata  al solito bar dove si incontravano e lui non ci sarebbe più stato. Questa incomprensione cosmica non poteva durare troppo a lungo, lui si sarebbe stufato e avrebbe abbandonato quella balzana idea delle lezioni di italiano. 
Lei era sempre più confusa, tesa e irritata da questa situazione e sempre più dispiaciuta perché, come suo solito, nel tentativo di migliorare la situazione combinava solo dei pasticci. 
Era triste e nervosa perché seppur non capisse un accidente, questo lituano aveva qualcosa di incredibilmente interessante per lei. Il fatto di non raggiungere un livello minimo di comunicazione, di non riuscire a scalfire questa incomprensione la metteva in uno stato di perenne agitazione e affanno. 
Aveva anche pensato di imparare lei il lituano ma era troppo orgogliosa e non avrebbe ceduto nemmeno tra un milione di anni. 
Rimase ancora qualche minuto sul divano aspettando qualche sguardo comprensivo, qualche saggio consiglio, idee luminose... ma tutto taceva, la voce dell'apparecchio televisivo iniziò a infilarsi tra i suoi pensieri che lentamente abbassarono il loro volume... 
Era solo una breve uscita di scena, lei sapeva che la mattina dopo, al suo risveglio, sarebbero stati di nuovo lì e lei era così stanca.

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