"Lisa tornò con due coni: uno al cioccolato per me, uno violaceo per lei.
- Che cosa è il tuo?, chiesi. Cioccolato al lampone?
- é uvetta, disse, tornando a sedersi accanto a me.
[...]
Il gelato all'uvetta lo stava mangiando appena. Una leccatina ogni tanto. E Lisa non era una che mangiava lenta, in genere. Povera uvetta, canticchiò, portandosi il cono alla bocca e poi tenendoselo lì davanti come se puzzasse; nessuno ti compra mai, disse.
- Ti piace l'uvetta? - Domandai. - No, - rispose - [...] - Non voglio che l'uvetta vada fuori commercio, aggiunse, guardandomi un po' infastidita -"
(A. Bender - Un segno invisibile e mio)
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